Francisco Franco, la dittatura e l'avvento della democrazia

LE PREMESSE DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

La Spagna negli anni Trenta

La Spagna degli anni Trenta è ancora una realtà precapitalistica, ad eccezione di alcune zone fortemente industrializzate. Ai pochi grandi proprietari terrieri, infatti, si contrappone la massa di braccianti agricoli, operai e minatori, tra cui trovano terreno fertile le teorie e i movimenti socialisti; tra i ceti medi urbani, invece, si fanno strada, oltre a quelli socialisti, anche i movimenti democratico-repubblicani e anticlericali. Alle elezioni politiche del 1931, i repubblicani e i socialisti alleati ottengono una importante affermazione, che segna la caduta della dittatura di Primo de Rivera e del re Alfonso XIII. La destra cattolica, però, grazie anche al favore dell’esercito, torna al potere l’anno seguente.
La situazione politica e sociale è incandescente. Nel 1934, per reprimere i moti insurrezionali dei minatori (ottobre spagnolo), interviene la legione straniera comandata dal generale Francisco Franco.

LA GUERRA CIVILE

La vittoria del Fronte Popolare e lo scoppio della guerra civile

Due anni dopo, nel febbraio del '36, alle nuove elezioni politiche, le forze di sinistra tornano al governo grazie al primo esperimento di Fronte popolare (repubblicani moderati, socialisti, comunisti e cattolici baschi autonomisti). In estate però la situazione precipita: il 17 luglio, le truppe di stanza nel Marocco insorgono ed il giorno dopo la rivolta si estende a tutto il paese. È l’inizio della guerra civile, con pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale. Le forze governative, appoggiate da operai e contadini, stroncano la ribellione a Madrid, Barcellona e in molti centri industriali del Nord e dell’Est
Intervento delle potenze straniere
Mussolini ed Hitler – uniti dal Patto d’acciaio dell’ottobre 1936 – inviano notevoli rinforzi – uomini e armi, anche aerei – a sostegno di Franco. Complessivamente gli effettivi italiani saranno 78.846 tra esercito, marina e aviazione, di cui 6.000 caduti e 15.000 feriti. Il Portogallo fornì a Franco non meno di 20.000 volontari, garantendo la sicurezza delle frontiere con i territori occupati dai ribelli. Al cospicuo impegno di Italia e Germania, non corrisponde un eguale sforzo da parte di Inghilterra (governata dai conservatori che perseguono una politica di pace con la Germania) e Francia (governata sì da un fronte popolare formato da radicali, socialisti e comunisti, ma alle prese con pesanti difficoltà interne). Molto di più fanno l'Urss, che invia armi e consiglieri militari e organizza le Brigate Internazionali, e il Messico.

Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio del '39 circa 200.000 soldati repubblicani (insieme ad altre decine di migliaia di donne e bambini) chiedono asilo in Francia dove vennero internati in grandi campi di concentramento. La guerra sta volgendo al termine e il 27 febbraio l'Inghilterra e la Francia optano per il riconoscimento ufficiale del governo del generale Francisco Franco.

FRANCHISMO

La dittatura del generale Francisco Franco è una delle pagine più difficili e drammatiche della storia spagnola. Fu instaurata nel 1939 e si protrasse molto oltre i sistemi totalitari del nazismo e del fascismo. Decadde infatti solo alla morte di Francisco Franco, avvenuta il 20 novembre 1975. Fu un regime di ispirazione nazionalista, reazionaria e fascista.
La Guerra civile spagnola terminò ufficialmente il 1º aprile 1939, giorno in cui Franco annunciò la fine delle ostilità, con la sconfitta della Repubblica.    
Venne dunque instaurato il regime franchista che prende spunto  da altri regimi assoluti dell’Europa e dell’America. Nel corso della sua parabola dittatoriale, il franchismo subì un’evoluzione, tenendo però sempre come riferimento la figura di Francisco Franco, in una dimensione di potere personalistico.
Durante gli anni Trenta, predominò nella destra spagnola l’impronta cattolica conservatrice e tradizionalista di stampo reazionario, senza l’aspetto rivoluzionario del fascismo.
Durante la seconda guerra mondiale, il termine di paragone della dittatura franchista non fu la Germania di Hitler ma i regimi pseudofascisti o semifascisti, compreso il fascismo italiano.Come in Italia il totalitarismo non fu assoluto per l’esistenza di poteri autonomi come l’esercito e la Chiesa, realtà fondamentali della società spagnola.
Passati gli anni Trenta e Quaranta, la dittatura di destra divenne non totalitaria, nel senso che la politica non occupava la totalità della società e permetteva un certo pluralismo interno, benché ciò non avesse niente a che vedere con la democrazia. Fu una dittatura definita “non totalitaria”, una dittatura burocratico–amministrativa più che fascista.

I TRATTI FONDAMENTALI DELLA DITTATURA FRANCHISTA

I tratti fondamentali della dittatura franchista rimasero inalterati nel tempo.

Il franchismo ebbe più fonti ideologiche, tutte di destra, che lo influenzavano in successione. Proibì la libera circolazione delle opinioni e la libertà di espressioni ed ebbe sempre una visione autoritaria di base in un contesto clericale e autoritario. 

Fu una dittatura personale e non collettiva di un partito o di una classe militare.

Il franchismo non cercò di istituzionalizzarsi tanto è vero che non si diede una costituzione se non trenta anni dopo essere nato.

Un tratto caratteristico del regime dittatoriale è il pretendere il consenso popolare mobilitando i cittadini. In questo il franchismo si comportò come i regimi fascisti. Quando si considerava in pericolo Franco ricorreva alla mobilitazione popolare. Tuttavia a partire dagli anni Cinquanta si adoperò per costruire una società completamente distaccata dalla politica . Almeno la metà della popolazione per vari motivi rimase sempre al margine della politica non schierandosi mai né a favore né contro Franco.

E DOPO IL FRANCHISMO?
Il Franchismo finì il 22 novembre 1975. In quella data, Juan Carlos venne proclamato re di Spagna, a due giorni dalla morte del dittatore Francisco Franco. Anche in questo caso, il totalitarismo spagnolo si può definire diverso dalle altre dittature europee del Novecento. Esse infatti crollarono tutte in modo tragico e violento, dopo guerre civili e milioni di morti. Non avvenne questo in Spagna, dove invece l'importante passaggio politico si verificò senza scontri. Il nuovo re, Juan Carlos, affermò, nel momento della sua investitura, di voler essere re di tutti gli spagnoli, in nome della democrazia. 
In Spagna infatti vige ancora oggi una monarchia parlamentare. La Costituzione è stata promulgata nel 1978.Il re ha funzione di Capo dello Stato e di Comandante in capo. E' anche il garante dell'unità dello Stato e della democrazia spagnola. Attualmente il sovrano è Filippo VI, figlio di Juan Carlos. In Spagna, il potere legislativo è affidato ad un parlamento bicamerale (Cortes Generales).